L’episodio di Emmaus è un vangelo in miniatura. Ci si ritrova sempre tutto. Anche i tre punti descritti sopra, e pure qualcosa in più.
1. La storia è nota: due discepoli se ne vanno via da Gerusalemme delusi e sconfortati perché il loro maestro è morto crocifisso. Nei loro volti c’è la delusione e la tristezza di un’attesa infranta. Mentre camminano vengono accostati da un viandante e inizia un dialogo. La prima cosa che questo sconosciuto fa è spiegare loro ciò che “in tutte le Scritture si riferiva a Gesù” (Lc 24,27). I due, allora, iniziano a comprendere i profondi legami che l’evento della passione e morte di Cristo assume con l’intera storia della salvezza. In loro inizia ad agire l’intelligenza della fede che vede il disegno unitario di Dio che regge la storia. La luce inizia a diradare le ombre.
2. Il due chiedono al viandante di restare con loro quella sera, di mangiare assieme. Nell’ascoltarlo, infatti, sta crescendo in loro la speranza e “sentono ardere il cuore” (Lc 24,32), avvertono un anticipo di futuro che fa resistere nell’attesa.
3. Infine, a tavola, allo spezzare del pane riconoscono che il viandante è Cristo risorto (Lc 24,30-31). In quel gesto riconoscono che la vita che si dona è più forte della morte. Torneranno a Gerusalemme di corsa per annunciare che amore ha duellato con la morte e ha vinto.
Fede, speranza, carità: questo ci vuole per uscire dal sabato del silenzio. I due discepoli sono il presente, l’adesso, l’oggi, l’hodie. Che non è il venerdì senza redenzione, ma neppure il compimento finale dell’Ultimo Giorno. Siamo tutti nella Pasqua, stiamo scollinando dal sabato verso la domenica. Siamo al seguito e dall’altra parte si vedono già le prime luci alzarsi. Siamo nel già e non ancora. Ogni giorno. Ancora per un po’.
mi piace questa considerazione:
Siamo tutti nella Pasqua, stiamo scollinando dal sabato verso la domenica. Siamo al seguito e dall’altra parte si vedono già le prime luci alzarsi. Siamo nel già e non ancora. Ogni giorno. Ancora per un po’.
da dove è stata tratta?
Grazie per l’apprezzamento. Non credo di aver preso da qualche autore in particolare qui, anche se quanto detto, i concetti, si trovano i molti testi cristiani. In particolare “Introduzione alla liturgia” di Ratzinger.