Non si prega la Madonna. Si prega con la Madonna.
Maria è un paradosso: nel suo grembo è stato cresciuto e custodito quanto i cieli interi non riescono a contenere; centro dell’universo, si discosta continuamente; delle sue parole rivolte agli uomini, i Vangeli riportano soltanto queste: “Fate quello che vi dirà” (Gv 2, 5).
Il rosario, preghiera mariana per eccellenza, è una meditazione sui misteri della rivelazione. Il rosario, preghiera delle devozione, educa alla sapienza: medita l’unità degli eventi della salvezza aprendo all’ammirazione per l’armonia della rivelazione.
Maria lo fa continuamente:
– all’annuncio dell’angelo dove si squaderna l’intero piano di Dio “Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato il Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine” (Lc 1, 31-33);
– nel Magnificat, dove ripercorre la potenza dell’agire di Dio Padre;
– nel silenzio, quando “serbava nel cuore tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2, 19).
Maria compie questo esercizio continuo di ravvisare unità nella meditazione dei misteri di Dio e nella scoperta dei legami che raccordano in modo armonico le verità della rivelazione. Maria esercitandosi in questa sapienza si mostra Madre della fede. Essa mostra per prima come ci si rende saldi nella fede: constatando come Dio, per primo, sia fedele al suo amore per l’uomo e la donna.
Molto concreta Maria. E’ nella concretezzza della memoria della fedeltà di Dio che si apre la speranza. Perché il futuro e quindi la profezia si basa sull’aver visto nel presente. E la speranza radicata nella memoria si apre alla carità perché sa che nulla va perduto, nulla è vano. Anche ciò che muore. Perché porta molto frutto.