Raccogliendo un suggerimento preso dai commenti del post precedente, metto qui la citazione di un articolo di Pietro De Marco, pubblicato nel sito di Magister, sulla chiesa Dio Padre Misericordioso progettata da Meier a Tor Tre Teste.
“Ogni chiesa siffatta tornerà ad essere spazio sacro se la “plebs sancta”, il popolo dei fedeli, prenderà il coraggio di rompere l’incanto perverso dell’interno bianco, vuoto, spiritualistico più che spirituale, reintroducendo eversivamente “brutte” statue del Sacro Cuore, una grotta di Lourdes, una grande immagine di padre Pio, una teca con un corpo di cera di un Santo, degli ex voto, le candele e una Via Crucis; insomma quello che c’è in ogni chiesa che non sia stata denudata dal purismo di parroco e parrocchiani, o di qualche ufficio di curia.
Il sacro iconico, meglio se realizzato in modi alti da mani di artista, deve poter essere sfiorato, toccato, se si ardisce di farlo. Solo se la chiesa di Meier reggerà all’irruzione del sacro iconico ordinario, per cui io lì possa parlare, intimamente e spudoratamente, con la presenza anche artisticamente inelegante del Dio con noi, solo allora sarà una chiesa in cui potrà sostare non spaesata la “Civitas Dei” terrena”.

Ed ecco la verifica. Questa è una foto che ritrae l’interno della cappella laterale. Qui cova lo spirito eversivo, e scappa pure di mano: si vede la statua della Madonna messa lì, non prevista; le candele elettriche (evidentemente il fumo delle candele avrebbe alterato gli affreschi); il crocifisso che si perde come un inserto delle vetrate; le sedie scure da riunione del consiglio pastorale; l’imbarazzo della fiorista che vistosamente non sapeva più dove appoggiare i fiori; le macchine parcheggiate fuori che fanno da sfondo alla riserva eucaristica. E poi immaginiamo la carica eversiva di quel luogo con dentro perfino delle persone che pregano, non previste, e non tre quattro come nei rendering, ma trenta quaranta, un po’ stipati e con le giacche a vento colorate.
[…]
C’era, sì, c’era – ma come ritrovarlo
quello spirito nella lingua
quel fuoco nella materia.
Chi elimina la melma, chi cancella la contumelia?
Sepolto nelle rocce,
rocce dentro montagne
di buio e grevità –
così quasi si estingue,
così cova l’incendio
l’immemorabile evangelio…
[…]
Mario Luzi, da Per il battesimo dei nostri frammenti
(Foto: da qui)