Il precursore

 Messina, San Giovannino

La statua nella foto è un San Giovannino, un bronzo realizzato da Francesco Messina (1900-1995) e attualmente esposto presso la Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei di Villa Clerici, a Milano.

Sul Battista da giovane l’evangelista Luca ci ha lasciato una breve testimonianza: “Il fanciullo poi cresceva e si fortificava nello spirito e visse in regioni deserte fino al giorno della sua comparsa di fronte a Israele” (Lc 1,80). Così successive fonti apocrife, riprese anche da autori medievali, hanno immaginato che Giovanni avesse scelto fin da piccolo una vita di penitenza nel deserto.

Qui, in questa statua, il Battista appare raffigurato nella sua essenzialità: è seminudo, coperto appena da un manto; è magro, si ciba infatti solo di locuste e miele selvatico (Mc 1, 6), cibo considerato purissimo perché non toccato e non elaborato da nessuno. Figlio di Zaccaria, di un sacerdote del Tempio, si ritira nel deserto, rinunciando alla carriera paterna che gli spetterebbe per via genealogica. Il fanciullo è chiamato a un’altra missione: egli percorre il territorio lungo il Giordano, ponendosi simbolicamente sull’altra sponda (Gv 1, 28; 3, 26), fuori dai confini della Terra Santa, per predicare il battesimo di penitenza per la remissione dei peccati (Lc 3, 3). Quel piedistallo, su cui poggiano i suoi piedi, indica la soglia da dove Giovanni richiama con forza il figli di Israele alla conversione, all’imminenza della venuta del Signore, a diventare degni della promessa di salvezza.
Il tema del San Giovannino richiama, quindi, la scelta dell’ascolto rigoroso della parola di Dio, evoca l’esperienza colma di chi si rivolge alla volontà di Dio; e il Messina, con questa statua, lo sviluppa dando forma a tre precise azioni.

Ascoltare
Il giovane Battista ha il volto assorto, come intento ad ascoltare. Egli è voce di colui che grida nel deserto. E ricercando il silenzio del deserto, ascolta la parola di Dio che lui stesso proclama. Egli infatti attende alla Parola: la proclama, l’ascolta, se ne nutre. Diventando ciò che ascolta, a sua volta potrà essere ascoltato.
Questo stare, anche fisicamente, presso la parola di Dio gli permette di compiere una seconda azione: indicare, tra i molti che giungono al Giordano, colui che è la Parola incarnata per renderne testimonianza.

Riconoscere
Il Battista, con una mano, indica. Sappiamo che indica Gesù, riconoscendolo come il Figlio di Dio. E’ la vicinanza, l’intimità con la parola di Dio che gli permette di riconoscere il Verbo che si è fatto carne. Nell’altra mano impugna un’esile canna, che in alto sopra la testa termina con una croce come a prefigurare che “egli deve crescere e io invece diminuire” (Gv 3, 30). Questo segno di redenzione verrà compreso solo molto tempo dopo. Ma qui non c’è un anacronismo: San Giovanni è il precursore perché il suo sguardo coglie la pienezza del tempo dove la semplice cronologia non conta più, “dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me” (Gv 1, 30). E l’annuncio della pienezza, del kairos ha un solo contenuto da indicare: “quello là è lui, ecco l’agnello di Dio”.

Muovere verso
Dopo l’ascolto e il riconoscimento, il giovane Battista compie una terza azione: cammina, si muove. La statua, pur nella staticità del bronzo esprime un dinamismo, uno spirito di vita che muove, una lievità; essa è immagine del corpo umano, di ogni corpo umano che pur nei vincoli del mondo sa rispondere con libertà per muoversi verso chi lo chiama al proprio autentico destino. Il suo piede è pronto a varcare la soglia. E non più solo quella del Giordano. I vecchi confini, infatti, non valgono più. Egli è pronto a immergersi nel Regno di Dio che si fa vicino, che irrompe con la possanza dello Spirito, che fa sorgere la nuova creazione.

2 Comments

  1. Sì Messina è un grande artista, paragonabile ai rinascimentali.
    La data non c’è perché non l’ho vista segnata. Immagino che sia degli anni ’50, ma senza prove.
    Non hai mai visto questa statua perché appartiene a una collezione poco nota, dove ci sono anche altre interessanti opere. Se per studio ti serve qualche ulteriore notizia, collaborando io con istituzioni legate a Villa Clerici, posso vedere di procurartela.

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