Salendo lungo il Montorfano, ci si imbatte in questa chiesa romanica. Risale all’XI secolo, ma si erge sulle fondamenta di altre due chiese, una di epoca carolingia e l’altra del V secolo.
E’ dedicata a San Giovanni Battista. Il tamburo ottagonale in qualche modo lo annuncia, in quanto forma geometrica propria dei battisteri.
Sotto il livello del pavimento, è ancora visibile il fonte battesimale di epoca paleocristiana. In un primo tempo la vasca era più ampia; poi è stata ridotta, come appare ancora oggi. Ovviamente, è di forma ottagonale.
Nella foto si vede che il fondo è umido. L’acqua non è stata versata, ma è un effetto di risalita dell’acqua dalla falda sottostante. Effetto oggi piuttosto attenuato, ma che al momento della costruzione era stato sfruttato adeguatamente. Inoltre, quando la vasca era ampia e utilizzata per il rito del battesimo mediante immersione totale, l’acqua era corrente a veniva portata tramite un’apposita canalizzazione.
Ma perché ogni battistero, tradizionalmente, è ottagonale?
Oggi sappiamo che tra i battisteri ottagonali più antichi c’è quello di San Giovanni alle Fonti, fatto costruire da Sant’Ambrogio a Milano. I resti sono stati ritrovati nel 1961 durante la costruzione della metropolitana. Oggi la vasca si può ancora vedere, e si trova sotto il sagrato del Duomo.
Ambrogio compose un carme di otto distici in due strofe, che probabilmente erano dislocati sulle otto pareti del battistero:
OCTACHORVM SANCTOS TEMPLVM SVRREXIT IN VSVS
OCTAGONVS FONS EST MVNERE DIGNVS EO
HOC NVMERO DECVIT SACRI BAPTISMATIS AVLAM
SVRGERE QVO POPVLIS VERA SALVS REDIIT
LVCE RESVRGENTIS CHRISTI QVI CLAVSTRA RESOLVIT
MORTIS ET E TVMVLIS SVSCITAT EXANIMES
CONFESSOSQVE REOS MACVLOSO CRIMINE SOLVENS
FONTIS PVRIFLVI DILVIT INRIGVO
HIC QVICVMQVE VOLVNT PROBROSA[E] CRIMINA VITAE
PONERE CORDA LAVENT PECTORA MVNDA GERANT
HVC VENIANT ALACRES QVAMVIS TENEBROSVS ADIRE
AVDEAT ABSCEDET CANDIDIOR NIVIBVS
HVC SANCTI PROPERENT NON EXPERS VLLVS AQVARVM
SANCTVS IN HIS REGNVM EST CONSILIVMQVE DEI
GLORIA IVSTITIAE NAM QVID DIVINIVS ISTO
VT PVNCTO EXIGVO CVLPA CADAT POPVLI
L’edificio a otto nicchie è stato innalzato per gli usi sacri, il fonte ottagono è degno di questo dono. È stato opportuno che su questo numero sorgesse l’aula del sacro battesimo per il quale ai popoli è stata ridata la vera salvezza nella luce di Cristo risorgente, egli che apre la prigione della morte e ridesta dalle tombe gli esanimi, e, liberando quelli che si confessano colpevoli dalla macchia del peccato, li lava nella corrente del fonte che puro fluisce. Qui tutti quelli che vogliono abbandonare le colpe di una vita obbrobriosa lavino il cuore, custodiscano l’animo puro. Qui vengano solleciti: e anche se oppresso dalle tenebre uno avrà il coraggio di avvicinarsi, se ne ripartirà più candido della neve. Qui si affrettino i santi: tutti i santi sperimentano queste acque. In esse è il regno e il disegno di Dio. O gloria della giustizia! Infatti qual cosa più divina di questa che in un breve istante crolli la colpa di un popolo? (Traduzione di Lorenzo Bianchi)
Il numero otto indica il giorno del Signore, la dies dominica. Se il sette è legato ai sette giorni della creazione e quindi alla Legge dell’Antico Testamento, l’otto si riferisce al Nuovo Testamento, al completamento e all’inveramento della legge antica, alla nuova creazione resa possibile dalla venuta e dalla resurrezione di Gesù Cristo, alla liberazione del peccato operata dal sacramento del battesimo.
Sant’Ambrogio ha scritto il De sacramentis e il De mysteriis nei quali spiega il significato dei sacramenti. Vi ha descritto passo passo come avveniva il rito del battesimo, con ad esempio l’unzione completa del corpo e l’immersione nella vasca battesimale. Ne riporto alcuni passaggi, molto belli e utili a far comprendere come la forma del battistero sia un modo per dare un’immagine visibile della nuova vita in Cristo, alla quale si accede attraverso il battesimo.
“Siamo venuti al fonte, sei entrato [nel battistero], sei stato unto. Pensa a chi hai visto, pensa a quello che hai detto, richiamalo diligentemente alla memoria! Ti è venuto incontro un levita, ti è venuto incontro un sacerdote. Sei stato unto come un atleta di Cristo si prepara a sostenere la lotta contro questo mondo. Ti sei impegnato a cimentarti nella lotta. Chi lotta ha motivo di sperare. Dove c’è lotta, là c’è una corona (De sacramentis I, 4)”.
“Sei stato interrogato: Credi in Dio Padre Onnipotente? Hai risposto Credo e ti sei immerso nel fonte, cioè sei stato sepolto. Sei stato interrogato di nuovo: Credi nel Signore nostro Gesù Cristo e nella sua croce? Hai risposto: Credo e ti sei immerso nel fonte. Perciò sei stato sepolto anche con Cristo. Chi infatti viene sepolto con Cristo, con Cristo risorge. Per la terza volta sei stato interrogato: Credi anche nello Spirito Santo? Hai risposto: Credo e ti sei immerso per la terza volta perché la triplice confessione cancellasse i numerosi peccati della tua vista passata (De sacramentis II, 20)”.
Chiunque venga battezzato, viene battezzato nella morte di Gesù. Che significa nella morte? Perché, come è morto Cristo, così anche tu gusti la morte; come Cristo è morto al peccato e vive per Dio, così anche tu, mediante il sacramento del battesimo, devi essere morto alle precedenti lusinghe dei peccati ed essere risorto mediante la grazia di Cristo. E’ una morte, ma non nella realtà d’una morte fisica, bensì in un simbolo. Quando ti immergi nel fonte, assumi la somiglianza della sua morte e della sua sepoltura, ricevi il sacramento della sua croce… (De sacramentis II, 23)”.
“Ricevi anche sul capo il balsamo, cioè l’olio profumato Perché sopra il capo? Perché come dice Salomone, i sensi del saggio stanno nella sua testa. Infatti la sapienza senza la grazia è inefficace, ma quando la sapienza riceve la grazia, allora la sua opera comincia ad essere perfetta. Questa si chiama rigenerazione. Che cosa è la rigenerazione? Tu trovi negli Atti degli Apostoli che quel versetto recitato nel secondo salmo: Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato sembra riferirisi alla risurrezione… Perciò viene detto anche primogenito di coloro che risuscitano dai morti. Cosa è dunque la risurrezione se non il momento in cui risorgiamo dalla morte alla vita? Così dunque anche nel battesimo, poiché è l’immagine della morte, senza dubbio, quando ti immergi e ti rialzi, c’è l’immagine della risurrezione (De sacramentis III, 1-2)”.
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