Testo di Luigi Codemo per il catalogo della mostra “Life Vest under your Seat” a cura di Irene Biolchini e opere di Fabio Ricciardiello. Le opere di Ricciardiello sono state esposte nell’Oratorio di Santa Teresa di Villa Clerici, cappella nobiliare del Settecento arricchita di opere di artisti del Novecento come Aldo Carpi, Silvio Consadori, Luigi Filocamo, Enrico Manfrini, Luigi Martinotti.
L’annuncio appare allettante: ciò che ti salva è a portata di mano. Ti rassicura, prima del decollo, sapere che il giubbotto di salvataggio è lì, sotto il sedile. Quando serve, lo prendi e lo usi. Perché se ti elevi, puoi cadere. Lo sanno bene quegli angeli che guardano giù dalla volta dell’oratorio di santa Teresa. Ma sanno anche che sul cuscino di quella bella sedia al centro della chiesa non ti ci puoi sedere per contemplare il cielo e decollare. Troppo fragile.
Ha ragione la curatrice della mostra Irene Biolchini: queste opere di Fabio Ricciardiello emanano fragilità. Che sia il video dove i fiori fanno i fiori, ovvero appassiscono, o che sia l’audio dove i passi nell’erba fanno i passi nell’erba, ovvero si perdono nel fruscio, c’è un senso dell’effimero, di erranza ellittica, come di un esilio da un centro fermo e stabile. E poi le opere in ceramica così sottili e intoccabili.
Sgombriamo subito gli equivoci: dare ospitalità a queste opere che presentano corone di rose e cuori in fiamme qui nell’oratorio di Santa Teresa in Villa Clerici non significa compiacersi di un repertorio di immagini del cattolicesimo barocco e devoto. Non si tratta di inseguire un repertorio ormai esausto, serializzato dalla bigiotteria religiosa e rimasticato dal vorace mondo della moda che ci ha addobbato i suoi prodotti.
Molto più interessante è invece constatare come Fabio Ricciardiello abbia preso in custodia un antico alfabeto simbolico composto da Sacri Cuori e Corone di Spine e lo abbia fatto nuovamente risuonare nella sua consistenza affettiva, umana e teologica: così il cuore fiammeggiante, segno di donazione totale, rivela la propria antica forza vitale, sincera e lussureggiante come un giardino del paradiso; e ugualmente fanno le corone di spine che, con farfalle schiuse al volo e fiori più forti della morte, uniscono sacrificio e rinascita.
Dare ospitalità a queste opere nell’oratorio di santa Teresa in Villa Clerici significa testimoniare che ciò che salva non è un attrezzo a portata di mano. Ma un percorso affidato a ciascuno, da custodire e da riplasmare oggi, proprio perché lontani, come in esilio, da un centro fermo e stabile.
Luigi Codemo



