«Ma, nel frattempo, quanti artisti, nel secolo che si è concluso e in quello da poco iniziato, incomparabilmente più maltrattati dei loro compagni della fine dell’altro secolo che venivano chiamati “maledetti”, sono scomparsi, in realtà sacrificati, nell’indifferenza dei poteri che avrebbero invece dovuto aiutarli, morti senza essere stati riconosciuti, troppo spesso disperati per questo essere ignorati? E’ per loro che questo piccolo libro sarà stato scritto».
(Jean Clair, L’inverno della cultura, Skira, 2011)
Liberatorio questo libretto di Jean Clair. Lo si può impugnare come una clava contro circensi e idolatri. Ma però, alla fine, anche qui, la scena è stata riservata ai peggiori, ai frivoli, ai funebri, ai cazzoni. Invece, quelli per i quali questo libro è stato scritto, i maltrattati-ignorati-sacrificati, se ne stanno in questo paragrafo finale. Marginali. Citati quanto sconosciuti. Senza nome. Manco uno. Forse non esistono neanche.