Val Formazza, frazione di San Michele. Frazione chiamata Túffáld nell’antico tedesco dei Walser. Túffáld deriva molto probabilmente dalla parola di lingua germanica Tobwald, ovvero bosco nero, bosco profondo.
Oggi tutt’attorno vediamo prati verdi e falciati, ma in principio questo era terreno disertato dagli uomini. Ai primi che qui si insediarono questo luogo apparve come una soglia di boschi oscuri, tronchi neri, sassi rotolati dal fiume Toce in piena, melma di palude. E poiché nessuno sa cosa esce da ciò che inghiotte senza restituire, i primi valligiani chiamarono qui, come a baluardo, Sankt Michael, l’arcangelo con la spada, e gli dedicarono una piccola chiesa.
L’arcangelo Michele
L’arcangelo Michele ha come segni distintivi la spada e la bilancia. Egli rappresenta la forza della giustizia divina. È lui che tiene a bada le forze del male e dell’iniquità. Nel libro dell’Apocalisse, sbaraglia il drago dalle sette teste e dai sette diademi, lo caccia dal cielo e lo schianta sulla terra. Spesso è rappresentato mentre trattiene con una catena di ferro il demonio affinché il male non prevalga né sulle porte del cielo né sugli uomini. Sappiamo che, nell’ultimo giorno della storia, l’arcangelo Michele infilerà l’Anticristo con la lancia, potentemente, uccidendolo.
La Legenda Aurea lo chiama Gonfaloniere delle schiere degli angeli. È l’arcangelo che sgombra l’aria dal volo dei demoni e veglia sulle caverne dove alita il drago che insidia gli uomini. L’arcangelo Michele custodisce le soglie che portano altrove, come l’antico bosco nero di Túffáld.
La scultura di San Michele, intagliata nel legno di tiglio, è tra le più antiche testimonianze che abbiamo di questo oratorio. Oggi è conservata nel museo di Formazza, nella Casaforte. Fu realizzata nella bottega di un artista svevo, nel sud della Germania, all’inizio del ‘500. Erano anni quelli che il Passo del Grìes (è lì, in cima alla valle, neve e ghiaccio nove mesi all’anno, e conduce nel Vallese) lo scavalcavano muli, vino, formaggio, soldati svizzeri e santi di legno buono per gli altari. Dello stesso periodo, dello stesso legno, e un tempo collocata nella stessa chiesa, è la scultura di Maria Assunta. San Michele veglia sempre accanto alla Madonna.
Mikhael. Il nome, di origine ebraica, è composto da: mi– che significa “chi”; -kha- che significa “come”; -El che significa “Dio”. Quindi, unendo le parti, risulta: Chi come Dio? Un nome che suona come un grido di battaglia: “chi osa essere come Dio? chi osa atteggiarsi come se fosse Dio?”… Uno solo fu così tracotante: Satana, colui che di sé disse: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio, innalzerò il trono, dimorerò sul monte dell’assemblea… mi farò uguale all’Altissimo (Isaia 14, 13-15).
Per questo, durante tutto il medioevo, Satana venne chiamato Simia Dei, la Scimmia di Dio. Colui che volendo spacciarsi per Dio, lo scimmiotta. Grottesca controfigura, copia deforme di Dio.
Ora, facciamoci caso, a quale animale assomiglia il demonietto ai piedi di quel San Michele intagliato? Ha le fattezze di una scimmia e assomiglia al suo padrone, a Satana – la Scimmia di Dio.