Pietra che vive

Pietra che vive è un libro del 1968 rivolto agli architetti, edito a cura dell’Industria dei Marmi Vicentini Spa con la collaborazione della sezione architettura della Pro Civitate Christiana di Assisi. Contiene una panoramica dei testi che in Italia e in Europa seguirono alla Sacrosanctum Concilium e alla relativa Istruzione.

Ho comprato la copia n. 705/1800 in un negozio di libri di seconda mano a Milano. Qui ne riprenderei alcuni passaggi e, per iniziare, ecco la presentazione scritta da Mons. Annibale Bugnini, a quel tempo Segretario del Consilium ad exsequendam Constitutionem de sacra Liturgia.

Pregare in bellezza
L’ideale di S. Pio X di « pregare in bellezza» ha pervaso tutti i campi dell’arte a servizio del culto: la musica, la pittura, la scultura, l’architettura, la paramenteria, la oreficeria sacra.
Tutto nel tempio deve parlare della magnificenza, grandezza e maestà di Dio. Come può e sa farlo una creatura, naturalmente; ma nel modo più eccelso che le è consentito. In questo senso il pensiero Pïano non è che l’espressione e la sintesi di una costante storica.
Sempre l’uomo nel culto ha offerto alla Divinità il meglio del suo ingegno. Anche quando ha dovuto vivere sotto la tenda, in capanne, in modeste abitazioni, a Dio ha innalzato sacelli, templi, cappelle, basiliche, cattedrali tempestate di marmi, di oro e argento, di bronzi e gemme. È un bisogno naturale, una esigenza dello spirito.
Si parla, oggi, della «Chiesa dei poveri» e povera si vorrebbe anche la casa del Signore. Certo, una sontuosa cattedrale tra misere baracche ci starebbe male, stonerebbe, specialmente se una certa enfiaggine spirituale costruisse quella e non curasse queste.
Ma se alla povera gente chiedete di aiutarvi a costruire la casa di Dio tra le case degli uomini, non vi porterebbe quanto di più bello e prezioso contengono le poverissime abitazioni? E i poveri sono i più generosi, perché hanno fede più semplice e genuina, perché sentono il bisogno di Dio: di Dio fratello, Amico, Consolatore, Compagno di viaggio … nel pellegrinare di tutti i giorni. Per la loro fede e le loro sofferenze si sentono più solidali e più uniti, sentono il bisogno di mettere in comune la gioia, il dolore, la speranza, la preghiera.
Chi ha pensato che il Cristianesimo possa fare a meno di luoghi di culto, senza chiese, senza cappelle, senza cattedrali, perché la cattedrale di Dio è la volta del cielo e le sue pareti l’orizzonte sconfinato, ha dimenticato l’aspetto umano, oltre che cristiano delle nostre assemblee. Ha dimenticato che la chiesa è la casa di Dio e casa del popolo di Dio, che non è tale se non si raduna, se non si accalca intorno all’altare del Sacrificio, se non interroga e ascolta il Suo signore.
Battistero, altare, ambone: tre punti focali del tempio, dove si forma, cresce e si fortifica il popolo di Dio. Tre misteri: mysterium aquae, mysterium verbi, mysterium Panis. Tre momenti della presenza di Dio tra il Suo popolo, riunito nel Suo nome.
Ecco i profondi motivi per i quali salutiamo con compiacenza e interesse la presente pubblicazione, che ridica a suo modo il valore e la trascendenza del culto attraverso l’espressione artistica.
La documentazione che è alla base del volume è una guida preziosa per sacerdoti, artisti, e amatori del culto divino, che vogliano rendere splendente e augusta, serena e accogliente la casa del Signore.
La Chiesa sta riesaminando a fondo le componenti del culto nel segno della santità e della verità. Aggiungiamo il segno della bellezza, e avremo ricostruito a Dio un «tempio vivo», che alle dimensioni umane e sacrali, aggiungerà, in perfezione, l’affiato della maestà e dello splendore.

ANNIBALE BUGNINI C. M.
Segretario del Consilium
ad exsequendam Constitutionem de sacra Liturgia

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Date le polemiche di questi giorni su “Bugnini Massone” e conseguenti influenze sull’ordinamento liturgico attuale, segnalo Inside the Vatican, Fides et forma e, per contro, Liturgia-opus-trinitas.

6 Comments

  1. Oggi, in effetti, “il pensiero Pïano” significa altro, senza necessariamente sposare in modo indissolubile le tesi di F. Colafemmina. Se posso permettermi un consiglio, adotterei ANCHE il metodo di lettura preconizzato da Totalitarismo totale, ben riproposto da wXre …

  2. In generale, la presentazione mi sembra ineccepibile. Anche se, avendola scritta lui, mi sarei aspettato un accenno un po’ più pregnante al rapporto tra liturgia e architettura. Una chiesa DEVE innanzitutto essere bella, ma è soprattutto il luogo in cui si celebrano i riti liturgici. Prudenza legata al momento storico o sottovalutazione della questione?

  3. Questa introduzione si adatta a tutto, mi sembra quinti alquanto vaga. Il riferimento al bello è sempre ambiguo in quanto in italiano il termine può assumere significati diversi. Il bello come piacevolezza e quindi soggettivo, è la forma più volgare di bello. Ma se intendiamo il bello come i greci, “kalos” indica non la bellezza che piace ma quella che è testimone della verità e dell’interezza e quindi dell’unità divina, e bello ciò che riconduce l’uomo all’unità con Dio. A questo punto le cose si fanno assai complesse e non è più sufficiente alludere alla bellezza, bisogna anche spiegare in cosa essa consista effettivamente. Comunque attendiamo con interesse il resto, mi sembra un buon argomento su cui riflettere, grazie per l’opportunità che ci hai concesso.
    Enrico

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