Qualche sera fa, ad Anno Zero, Dario Fo rimbrottava Benedetto XVI perché ad Assisi si è permesso di ricordare che San Francesco è un uomo di fede, uno che si è convertito, un cristiano; perché ha ricordato che il santo di Assisi è un maestro della ricerca della pace e della salvaguardia della natura a partire da Cristo.
Come fa il papa, diceva Fo, a ridurre Francesco al santino del solito san Francesco?Francesco invece è stato un vero ecologista, un pacifista e soprattutto un giullare. Vien da pensare: altro che chiesetta diroccata di San Damiano, oggi Francesco farebbe l’erborista tantrico che restaura agriturismi umbri per farci corsi sull’olio di colza. Altro che regola e Innocenzo III, oggi Francesco fonderebbe un gruppo d’acquisto di pannelli solari rivendicando incentivi al ministro dell’agricoltura. Che c’entrano la conversione, Cristo e la Chiesa? Diamine, Francesco mica era un beghino, era uno che voleva salvare il mondo!
E’ il metodo di Fo: tentare di spiegare quello che c’è di bello nella storia, nell’arte, nella realtà, togliendo di mezzo la fede. Anzi non la fede, ma la fede in Gesù Cristo.
Lo si è visto anche con lo spettacolo dedicato dal Duomo di Modena, il Tempio degli uomini liberi (dove probabilmente il genitivo è oggettivo), totalmente sconclusionato nel tentativo di leggere il monumento contrapponendo il popolo libero in cerca di riscatto e l’oppressione della chiesa, ça va sans dire, oscurantista.
Che poi, a me, il Dario Fo, reazioni pavloviane a parte, diverte anche. Quando spiega l’arte sacra, fa pure saltare i mortaretti con le gengive. Ma quando prende in mano il medioevo ne esce sempre qualcosa che ha quel gusto dei Carmina Burana musicati da Orff: cartongesso per turisti in comitiva. Quando poi si lancia nel catechismo, un sentito dire di terza quarta mano, gli strafalcioni escono a iosa, come nello spettacolo dedicato a Caravaggio.
Insomma, Dario Fo è un ottimo esempio di quello che significa tentare di spiegare la creatività dell’uomo senza fare riferimento a colui che è il logos, riducendo il tutto ad aneddoti, formalismi e superlativi, ovvero lasciando tutto inspiegato.
dario fo è un presuntuoso che parla di cose che non conosce o un mentitore che mente sapendo di mentire. In ogni caso non rispetta il suo pubblico… e prende il nobel. Vabbè…
La beffa è che lo fa predicando della dignità degli umili. Ma si sa lui è un giullare.
Ritengo giusto l’intervento fatto alla trasmissione “Anno zero”.
Sono interessato alla Sua proposta dell’impianto dei pannelli solari, avendo circa 500 mq di giardino. Distinti Saluti.
esatto! fo e progenie dovrebbe dedicarsi completamente all’impiantistica di pannelli solari e lasciar perdere di far finta di saperla lunga su cattedrali e arte rinascimentale.