Una piccola chiesa dedicata a san Michele era stata qui eretta da molto tempo, ma per trovarla citata in un documento dobbiamo aspettare il 1582. L’“Oratorium Sancti Michaelis de Tofaldo” è menzionato nel documento del vescovo di Novara Monsignor Francesco Bossi, arrampicatosi fin su in Val Formazza per la visita pastorale.
Doveva essere ancora una piccola costruzione se, nel 1658, Giulio Maria Odescalchi, benedettino e vescovo di Novara, ne ordinò l’ampliamento. Così fu ingrandita. Non solo: l’orientamento fu invertito, con la porta che apre a Nord e l’altare che guarda a mezzogiorno. Dopo circa trent’anni, venne anche affrescata, diventando ciò che ancora oggi è.
Il 14 settembre 1765, giorno della Santa Croce, mentre tutto il popolo era in processione verso Antillone colle Sante Reliquie, il fuoco incendiò Túffáld. Fu a causa del forno acceso la notte prima per cuocere il pane di segale, e del vento incauto che scippò scintille di brace. La stalla di Pietro Valci fu la prima a divampare. Le fiamme si piegarono di fienile in fienile, di stalla in stalla, di casa in casa, e divorarono tutto il paese. Il fuoco bruciò la porta della chiesa. Ma lì si fermò, sulla soglia, senza entrare. La piccola chiesa rimase in piedi, come avanzo e caparra per altra vita che doveva rinascere. C’è più legna che fuoco, e così Túffáld fu presto ricostruita.
Fu riparata anche la porta della chiesa. L’architrave di serizzo reca la data 1767.
(continua)
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